11 Ott Da ex ruminante ti dico che
C’è un libro molto utile, si intitola “Donne che pensano troppo”. Parla della propensione che hanno le donne a ruminare. Lo ha scritto la psicologa e saggista statunitense Susan Nolen-Hoeksema. In inglese (Women who think too much) esiste un termine molto più elegante per ruminare ovvero overthinking.
Io l’ho letto quest’estate in montagna, aggiungici che sto ancora allattando Andrea, e associarmi alla nostra cara amica erbivora in copertina è stata un’associazione divertente!
Se sospetti di essere Overthinker allora prosegui nell’articolo e finirai per cambiare questa condizione invalidante per abbracciare una vita nuova.
All’inizio del libro c’è un test che ti aiuta a capire se sei più o meno ruminante. E’ stato per me un sollievo scoprire che non lo sono più. Questo perché, negli anni grazie al coaching, sono riuscita a mettere in atto degli stratagemmi funzionali a bypassare la deleteria ed autodistruttiva fase ruminante.
Smettere di ruminare è possibile. Basta imparare e ti spiegherò come.
Anche se mi sono riconosciuta come ex-ruminante non ho cantato vittoria e il libro però l’ho letto tutto lo stesso. Ho potuto così riconoscere chiaramente, attraverso le parole nero su bianco, le dinamiche delle quali ho sofferto in passato. Sono stata poi doppiamente ricompensata perché alla prima occasione ho messo in pratica i consigli interpretando il ruolo dell’amica e ho concretamente aiutato, con efficacia, altre donne a smettere di ruminare.
TAKE AWAY dal libro per smettere di ruminare…
- Ruminare non serve a niente, nemmeno quando credi che questa pratica ti stia aprendo gli occhi sul perché e per come dell’ingiustizia che stai vivendo
- Mai ruminare prima di andare a letto. Se proprio non puoi farne a meno dedica una breve sessione di tempo ben circoscritto alla ruminazione
- Mettere a fuoco, vivere il dolore e poi voltare pagina
- Alzare l’autostima, non paragonarsi agli altri, abbassare le aspettative, semplificare le cose, connettersi con i propri valori più elevati
- Quando rumini concentrati sulle possibili soluzioni, come in un brainstorming, e scegli quali percorrere con un piano ben preciso
- Cambiare qualcosa di sé partendo da qualcosa di piccolo anche se non si ha il controllo, anche se non si hanno le certezze, buttarsi!
- Perdonare. Perdonare ci ha fatto soffrire e, ancor più importante, perdonare noi stessi
- Riconoscere che a volte la voce interiore che sentiamo non è la nostra ma la pressione sociale che pretende di dirci chi dobbiamo essere. Fack you!
- Pian piano sostituire la ruminazione con la meditazione
- Aprire la mente e cambiare prospettiva semplicemente cambiando i “Dovrei” con “Dovrei?”
- Chiedere aiuto, ad una persona equilibrata (essenzialmente una che non rincari la dose con i suoi problemi), formulando così la frase “Mi sento bloccata, vorrei che mi aiutassi a capire cosa devo fare per tornare ad avere più controllo su alcuni dei miei problemi”
Ai tanti utili consigli del libro mi sento di aggiungere questo: fate sport, camminate all’aria aperta. Camminate in salita, abbracciate un albero, accarezzate una mucca. Circondatevi da persone semplici, di cuore. Frequentate la montagna appena potete.
Faccio un passo in più, oltre il libro, regalandoti una panoramica dei vantaggi che ti aspettano se deciderai di liberarti della ruminazione. Da ex overthinker ti posso dire che ho guadagnato:
- tempo da dedicare a mille passioni (come consigliato nel libro le ho raccolte in un libricino radunandole per tipologia e descrivendolo in dettaglio così all’occorrenza so che ascoltare musica, e in particolare Mavin Gaye nel mio caso, mi fa bene)
- saggezza e fiducia in me stessa
- sento di essere una problem solver molto più efficace
- sento di aver incrementato le mie capacità comunicative
- consolidato rapporti con amici e familiari (sono tornata un punto di riferimento per i figli, una donna attraente ma sto ancora lavorando sull’essere una figlia più affabile)
- più pronta a cogliere la meraviglia del mondo