Speciale Dinner Club in Croazia. Con Carlo non-Cracco

Speciale Dinner Club in Croazia. Con Carlo non-Cracco

Sei pazzo anche tu di Dinner Club? Sogni di essere invitato in una puntata alla scoperta delle dimenticate prelibatezze della Val Fonda?

Non aspettare che Cracco ti passi a prendere in parapendio. Buttati tu stesso!

Il format Dinner Club

La ricetta per un Viaggio Dinner Club ben riuscito è semplice:

  • scegli una meta insolita, per assicurarti che sia fuori dai soliti circuiti ti basterà constatare che sia difficile da raggiungere;
  • scegli un mezzo alternativo
  • scegli un compagno di viaggio scomodo.

Io ho scelto mio marito Carlo Non-Cracco: matematico puro dal palato assoluto. Siamo andati in Croazia. Per la precisione a Lussino. Lošinj però non era la meta del nostro viaggio culinario, bensì il punto di partenza. Da lì abbiamo esplorato alcune delle isole minori che formano l’arcipelago Quarnerine: Ilovik e Susak.


Le isole che vedi qui sopra sono San Pietro, a sinistra, e Ilovik a destra. Le due sono dirimpettaie e formano un canale di appena 300m. Quest’ultima è la nostra meta.
Qui sotto invece si vede all’orizzonte l’isola si Susak, o Sànsego, da noi soprannominata “L’isola che non c’è” per via di questo effetto di nebbia visibile dal nostro hotel.

Già l’attraversata di Lussino ha qualcosa di spettacolare perché, come puoi vedere qui sotto, l’isola è lunga (33Km) e stretta (tra i 4 e gli 11Km) ed è attraversata da una “cordigliera” che tocca i 588m di altezza del monte Monte Osoršćica.

Il paesaggio è un continuo giardino di roccia con arbusti tipici della macchia mediterranea ma presenta tratti boschivi di pini marini. Il mio boschetto preferito è il Cikat che si affaccia su un paio di baie dall’acqua cristallina.


Qui sopra il bosco del Cikat.

In previsione dell’estate 2023 stanno allargando il primo tratto di strada, quello che dal traghetto porta alle due cittadine principali, Lussin Grande e Lussin Piccola (anche se paradossalmente la più grande è la più piccola e viceversa). Lussino infatti è tra le mete turistiche preferite della Croazia. Però se proseguirete verso sud, come abbiamo fatto noi, sino alla punta opposta potrete provare l’ebrezza di guidare in una stradina stretta, tortuosa e ancora immersa nel verde. Il massimo è percorrerla in moto o meglio ancora in bicicletta.

Gli odori vi investiranno: lentisco, mirto, alloro, rosmarino, lavanda e pino. Tutti ottimi ingredienti in cucina. Aprite le narici e vi si aprirà anche lo stomaco!

La discesa al traghetto al molo Mrtvaška è da pazzi! Tornanti e curve a gomito in contropendenza. Meglio calcolare bene quando arriva e parte il traghetto (qui trovate gli orari della compagnia di Ilovik e Jadrolinja) onde evitare di incrociare altre auto perché in due non ci si passa. Se doveste arrivare in un orario non coperto dalla linea pubblica, anche in bassa stagione potrete ricorrere al taxi chiamandolo al numero 00385 99516 2349 . Coso taxi 4 € a persona contro l’1,99€ del vaporetto.

 

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Ben arrivati all’isola di fiori e polipi!

Ilovik significa Asinello ma è denominata “isola dei fiori” per la sua lussureggiante vegetazione. Ti consiglio la verde passeggiata lungomare che guarda all’isola di San Pietro. Vi scorgerete aloe, e piante grasse dai fiori viola che altro non sono che  Carpobrotus edulis o fico degli Ottentotti o Unghia di strega. Bellissimi gli eucalipto!

 

L’isola è altresì detta “isola dei polipi”. Qui vivono 170 persone appena, e costituiscono una comunità piuttosto autarchica: allevatori, agricoltori, e pescatori che nel periodo estivo si attivano per ricevere i turisti che qui scappano a ogni mondanità e frenesia. Nell’isola non ci sono le auto e le case sono tutte tradizionali tra vialetti di ciottoli e muri colorati.

La pesca segue i dettami tradizionali e la pesca del polipo non fa eccezione. Tipico della gastronomia istriana, che tanto la lega a quella veneziana, il polipo viene spesso servito in umido, con patate, pomodori, cipolle e spezie aromatiche, oppure grigliato o arrostito. Ilovik ospita anche sagre e feste gastronomiche dedicate ai polipi, dove i visitatori possono assaggiare questa prelibatezza preparata secondo le ricette tradizionali.

Noi lo abbiamo mangiato nell’unico ristorante aperto fuori stagione che si affaccia sul porto.Non potete sbagliarvi, si chiama Porto!
I ristoranti sull’isola in stagione sono cinque. Amici che la frequentano da anni mi consigliano anche Esempio. Diciamo che se anche doveste pescarne uno a caso non peschereste male.


Qui sopra antipasto tipico dell’isola: carpaccio di polpo, tonno e ricciola con alici marinate.
Qui sotto il piatto tipico del posto: polpo al forno con patate e verdure.

Cena Dinner Club: il polipo al forno con le patate

L’esperienza non può dirsi Dinner Club se non ci si cimenta nel rifare almeno una ricetta a casa.
Eccomi qui sotto alle prese con il leggendario mostro marino supervisionata dal mio Carlo Non-Cracco che con l’originale chef non condivide solo il nome ma anche la pedanteria*, parola che entrambi interpretano come un complimento.

* pedanteria

/pe·dan·te·rì·a/
sostantivo femminile
Fastidiosa e inintelligente ostentazione di meticolosità e minuziosità erudita.

 

INGREDIENTI

  • 1 polipo da 1.1Kg
  • 4 patate
  • 2 pomodori pachino verde ramato
  • 2 zucchine
  • 1 peperone rosso
  • 1 cipolla bianca
  • aglio fresco
  • 2 foglie di alloro
  • timo
  • olio d’oliva
  • sale

OK CUCINIAMO

Va detto che la freschezza della materia prima fa la bontà del piatto. Assicuratevi dunque un polipo pescato di buone dimensioni, diciamo che 1.1Kg va bene per quattro persone. Decongelatelo o abbattetelo in ogni caso perché questo processo di raffreddamento lo rende più morbido.

Portate a bollore l’acqua in un’ampia pentola a pressione. Immergete i tentacoli un po’ alla volta, facendo su e giù 4/5 volte per arricciare i tentacoli. Bucate la testa del polipo per evitare che in cottura si rompa la pelle. Poi lasciate cadere il polipo e chiudete la pentola a pressione. Contate 15′ dal fischio.

Nel frattempo in una pirofila mettete patate sbucciate e tagliate a rondelle, cipolla, pomodori, zucchine e peperoni. Aromatizzate con aglio, alloro e timo. Irrorate bene con olio d’oliva e salate. Ponete le verdure in forno preriscaldato a 180° per 15′.

Ora sfiatate la pentola a pressione e tagliate i singoli tentacoli. Poneteli sulle verdure. Irrorate d’olio per evitare che si secchi. Portate verdure e polipo di nuovo il forno a 200° e cuocete per ulteriori 20/30′. Il piatto è pronto quando le patate sono pronte.

Servite con vino Malvasia fresco.

Commenta il post su Instagram e Facebook entro fine maggio ’23 e vinci una cena istriana Dinner Club a casa nostra!

 

Compendio: libri con ricette e storie di polipi

Polpo di Jean-Paul Montanay, edito da L’ippocampo, non si limita a essere un semplice libro di ricette, ma racconta la storia di una passione, di un amore a prima vista per il polpo. Vi immergerete nelle antiche leggende e nella più alta letteratura per comprendere il motivo per cui il polpo ha spaventato e affascinato marinai, avventurieri e pescatori, scoprendo anche le innumerevoli preparazioni di questo mollusco nei vari paesi. Le ricette sono internazionali: dall’utilizzo del polpo giapponese cotto nel sakè e nel tè, alla moqueca di polpo di Bahia, fino al polpo cotto nel vino e alle polpette di polpo e carne, senza tralasciare i classici come il polpo alla galiziana o il polpo greco in aceto. Jean-Pierre Montanay si è rivolto ai migliori chef che condividono con lui questa “dipendenza dal polpo” per presentarci circa ottanta ricette entusiasmanti a base di polpo e dei suoi parenti stretti, il calamaro e la seppia.

Polpo è un libro edito dal ristoratore britannico Russell Norman. Il ristorante Polpo è nato nel quartiere londinese di Soho nel 2009; è la versione normanna di un bacaro, un’osteria veneziana che serve piccoli piatti chiamati cicchetti. Da allora, ha aperto altre due sedi del ristorante e ha pubblicato questo libro delle sue ricette ponderate ma non eccessivamente esigenti. Il libro è una bellezza, dalla sua insolita rilegatura nuda all’impaginazione scarna delle pagine fino alle scene di strada veneziane.

 

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