22 Giu Moda etica, non alla carlona
Il marketing ha un potere enorme: può interpretare le tendenze e agevolare cambiamenti epocali. Questo perché conosce la società, la politica e l’economia in tutti i loro numeri.
La moda per definizione è passeggera. Al massimo ritorna. Sta di fatto che si realizzano due collezioni principali e due secondarie all’anno: una collezione autunno/inverno ed una primavera/estate ogni anno e, alcuni marchi, propongono anche collezioni mid season (pre-fall e resort-cruise).
Armani si è espresso per cambiare questa frenesia. Con la Pandemia da Corona Virus molti altri designer si sono uniti al coro.
Vivienne Westwood da anni predica la vendita di abiti di qualità, che durino negli anni.
Al momento la moda è responsabile del 10% dell’inquinamento mondiale ed è il secondo settore più inquinante al mondo (almeno questa era la notizia che girava, poi smentita, o meglio, non più dimostrata).
Per non parlare dello sfruttamento delle persone. A difesa di tutto questo c’è il movimento Fashion Revolution.
Le soluzioni che si potrebbero adottare per arginare il problema sono molte.
– si potrebbero arginare le sovrapproduzioni;
– si potrebbero prediligere tessuti organici;
– si dovrebbero usare tinture naturali;
– bisognerebbe disegnare capi facili da disassemblare per facilitare il riciclo.
Per arrivare ad attuare queste misure occorre che cambi l’opinione pubblica, devono cambiare le abitudini dei consumatori.
Diversi marchi e designer stanno giù percorrendo la strada del green fashion.
E’ di metà novembre la notizia che anche il Principe Carlo d’Inghilterra, da sempre impegnato sul fronte della sensibilizzazione ai temi green, ha lanciato la sua capsule collection luxury per Yoox net-à-porte.
Ecco un elenco di firme che già lavorano con un occhio di riguardo all’ambiente e alla responsabilità sociale:
- Patagonia,
- Timberland
- Rebecca Minkoff
- Jessica Alba
- Gwyneth Paltrow e il suo marchio Goop
- Zegna, impegnato nella sua oasi e nella ricerca di capi tecnologici
- H&M è il marchio che usa la maggior quantità di cotone bio organico
- Nike che usa plastica riciclata per buona parte delle sue scarpe
- Tory Burch con la sua Tory Burch Foundation aiuta le donne che vogliono intraprendere la strada della moda
- Benetton, Zara, H&M, Nike, Puma, Mango, Levi’s, Adidas, Valentino e il distretto tessile di Prato sono solo alcuni dei protagonisti internazionali dell’industria dell’abbigliamento che stanno intraprendendo un percorso aziendale volto alla sostenibilità
- Gucci, tutte le iniziative su Equilibrium.