01 Mar Cambiare casa non è mai facile
Cambiare casa non è mai facile, nonostante possa esserci l’entusiasmo di una nuova avventura, ciò che più scoraggia è l’idea di spostare fisicamente la propria casa altrove. Non so voi ma per me sono sempre momenti tragici-comici quelli che accompagnano un trasloco.
Negli ultimi anni, quest’operazione è avvenuta nella mia vita ben tre volte e realizzando spostamenti internazionali nell’arco di due anni e mezzo e, nonostante fossi già avezza a questa dinamica, mi sono resa conto di quanto non ci si abitui completamente. Ho vissuto per due anni a Groningen nel nord-est dell’Olanda, sei mesi a Monaco di Baviera, tre mesi a Firenze e a breve partiremo per Cracovia, in Polonia. A volte il cambio casa si svolge nel raggio di pochi chilometri perché si è deciso di avere più spazi, per l’arrivo di un figlio, per un nuovo lavoro o anche solo per se stessi. Mio marito è un ricercatore e assieme abbiamo deciso di intraprendere questo percorso aldilà dei confini dell’Italia.
Prima dell’arrivo di Marie Kondo, con il suo universo del decluttering, i traslochi affrontati mi hanno portato a sviluppare solo del sano buon senso. La cultura da popoli sedentari non giova a far sì che nelle nostre case ci siano solo oggetti utili. Questo poi dipende dai punti di vista, per me ad esempio avere dei libri e del tè é necessario.
Cambiare casa è un passo importante, se si fa per lavoro e si è scelto di seguire un obiettivo che oggi più che in passato comporta, estrema capacità di adattamento ha senso domandarsi quello che è il nostro percorso. Che sia un periodo transitorio o un trasloco definitivo è importante far sì che attorno a noi ci sia quel qualcosa che personalizzi l’ambiente e lo renda più vostro. Per me il tè é stato questo, ho raccolto in una tazza e in alcune foglie la giusta concentrazione e armonia di cui avevo bisogno.
Un’ulteriore alleata in questi anni di cambiamenti, è stata un’agenda dove poter scrivere prontamente degli spunti da ricordare. Siamo molto spesso abituati a memorizzare tutto in un cellulare, ma ciò che avviene nell’azione di scrivere, è un passaggio necessario per visualizzare ciò che stiamo pensando.
Se sostituire la propria dimora, significa anche cambiare Paese, questo è un processo ulteriore. Conoscere una nuova cultura, non è sempre così immediato, i processi inclusivi a volte possono essere molto lunghi e faticosi.
Nei due anni in Olanda, ho avuto l’occasione di incontrare molte coraggiose donne, che, a volte, assieme ai figli, hanno deciso di seguire i loro compagni che per motivi di lavoro sono espatriati nei paesi dell’Europa settentrionale come l’Olanda. Vivere in un paese estero, può essere una possibilità da cogliere, in cui poter mettere alla prova i propri limiti. Per me è stato così. Ciò che attraverso la mia esperienza personale sto cercando di comprendere è l’insegnamento di un processo di evoluzione personale che colto in maniera adeguata, può dare i suoi meravigliosi frutti.
Confrontarsi con abitudini diverse dalle proprie, parlando una lingua che non è quella di origine porta sempre a ridurre in una prima fase la comunicazione interpersonale ma questo può solo porci in una sana competizione verso noi stessi per cercare di superare i propri limiti. Apprendere ogni giorno il rispetto nei confronti della diversità è l’esercizio più importante cui aspirare, qualsiasi sia la parte del globo in cui vi troverete.